Pagine
Categorie
https://www.utsanga.it/
- absoluteville
- Aldo Braibanti
- Alessandra Pigliaru
- Antoine Cassar
- Carte Sensibili
- Carteggi letterari
- Compitu re vivi
- comunità provvisorie
- corrente improvvisa
- Cosimo Piediscalzi
- Cristina Bove
- currenti calamo
- Delphine Cerdan
- Eleonora Bendi
- Fondo Verri
- fragmentart
- Giorgio Galli
- Giuliano Mesa
- golfedombre
- GPG
- granbelblog
- I messaggi dell'abbandono
- iam japanese
- Il credito ai fogli
- il mio kiver
- il primo amore
- Imperfetta Ellisse
- Iole Toini
- Joanna Lurie
- L'ombra delle parole
- La dimora del tempo sospeso
- la poesia e lo spirito
- Latitanze
- Laura Pedrazzi
- le parole di dentro
- le parole e le cose
- Le serpent tout entier
- Loredana De Vitis
- Lucafausu
- Marco Ercolani
- nabanassar
- Nanni Cagnone
- Nazione Indiana
- neobar
- Nevio Gàmbula
- Orodè
- Orodè Deoro
- Paolo Fichera
- Perigeion
- Poesia da fare
- poetarum silva
- progetto QD
- Roberto Meister
- Secondo Giovanni Lindo Ferretti
- Silvia Molesini
- Simone Giorgino
- train book crossing
- VDBD
- Verriana
- via dell'Ironia
- Via Lepsius
- Vico acitillo
- Viola Amarelli
- Viviana Scarinci
- Vocativo
- Zena Roncada
Silenzio
-
Articoli recenti
Settembre confine blu di Prussia
lì è chiaro e arancio quasi sera
caldo di corpi ancora d’oro
qui un k-way è spinto nel buio.
Ancora ieri gloria d’estate
cucina di grande madre
fonte battesimale e soglia
su cui cedono ombre
e si preparano notti con risa
fumi di olio lampante appena spento.
Preghiere affidano al paradiso fino al Mattutino e all’Ora Prima.
Pubblicato in l'Immobile Afono
Lascia un commento
Dopo i fumi
La regione dell’inferno è solare
se vince l’orso o il fuoco dura
chi tra chi resta dice aria che non trova
non la stessa non torna.
La donna al semaforo non chiede soldi
offre basilico e rosmarino
sorride saluta sotto pioggia e afa
tutto fuorché i figli la loro carne i loro no
sarei morta al primo piatto di veleno.
I gatti nascosti allontanati spauriti
usciranno in un incerto autunno
all’alba forse o in un tramonto postumo.
Qualche lingua superstite non ricorda
la sua terra, parlerà con scarafaggi insetti
sulla strada della terra desolata
che arde e arde sfinita finita
chi canterà chi tra notte e luce
cicale uccelli gufi.
Grano che grano non è, non più granaio
cosa, chi riconosciamo? Incendiamo?
Lui che per primo ha abdicato
da quale lontananza farà fiorire i fiori,
la rosa. Maratona dell’apocalisse,
brucia pure questa parola. I morti e i non nati
come carovane che deserti esplorano
dissetano con acque ora amare ora fresche
questo sogno di sbagli inedia difesa spreco.
Ma tu altissimo fiore d’ agave sicomoro puntale
tu, parola esatta, verde acqua grigio dell’est
Sacro Cuore salvia pervinca avio
sai, Occhi di Cervo Irlandese è partita ti raggiunge
te la farai una ragione o ce l’avevi già:
escluso il cane escluso il cane
tutti gli altri son cattivi
pressoché indifferenti, ripeti a dire
mandi ancora a dire. Perdono.
Mandi mandi, mondo!
Ma come una scintilla di fluorite
lo immagini un big bang un bianco
una primavera nuova, antichi selciati
di pietre vive, un ritorno?
Pubblicato in l'Immobile Afono
3 commenti
L’oro degli sfondi slarga il presente
fazzoletti sul capo chiudono il mondo
raccolto in fumi d’incenso e cori.
Qui nella mitezza dei soli
si sfrangia la bruma della steppa
l’icona che non cede.
La donnina col grembiule sorride
lenta pulisce gli altari e canta.
È già sostanza la sua forma e non muta
come renne esposte alla tempesta
immobili a muso duro
la lasciano passare.
Pubblicato in l'Immobile Afono
Lascia un commento
Ritornano, come vecchi compagni
nei corridoi di oggi, versi di rondine
odore di camini, canti di tabacchine
mosto e sansa di eterni autunni,
sciabordio d’acqua su alzaie di navigli.
Tornano, per la ciclica dolcezza
dell’aver avuto e dell’aver perso,
per il catino mai abbandonato.
Ciò che avvenne fu per sempre
andare incosciente verso il ritorno.
C’è confusione tra i registri
che contengono il tuo nome
uno dice è vivo l’altro no.
Ecco, un roseto li unisce.
Dal tronco si divide l’uno e si fa figlio.
Così i gatti ravvivano il mondo
giocando sui muri con le ombre
Pubblicato in l'Immobile Afono
Lascia un commento
Tentativi di esaurimento di una stanza chiara
a Michele Truglia
Foto del davanzale |
Foto di piatti di pasta |
Foto dell’albero del viale |
Foto di foto di noi |
Audio poesia |
Cuori cani pesci (essere_) |
Gerani rose Dylan i Doors |
Il disegno di Zeno |
La doccia nuova |
Noi decenni fa |
I tuoi versi russi |
I gatti di Biancaneve| Il mio |
Le mie piante| le tue |
Sara la bambina più bella|
Tu in completo chiaro e pistola|
Tu con chitarra elettrica |
Viale Montenero |
Viale Montenero in inverno|
Viale Montenero in primavera|
Il mondo è tutto ciò che accade, ripeti|
Lo guardiamo da una stanza chiara |
Che il mondo non frequenta |
Lo guardiamo da vetri opachi |
Guardiamo tutto ciò che accade da vetri opachi |
Senza scuse| senza compagnia| senza consolazione |
Guardiamo tutto ciò che accade da vetri opachi |
Di una stanza chiara |
(13 maggio 2021)
Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere
me lo hai insegnato tu.
Pubblicato in l'Immobile Afono
Contrassegnato L. Wittgenstein, Luciano Pagano, Michele Truglia, Milano, Simone Giorgino, Venenum, Viale Monte Nero
5 commenti
La sensibilità ha un corpo
si vede che gli altri la vedono
attratti poi imbarazzati
si allontanano.
La profondità ha un corpo
si vede che la vedono
poi abbassano lo sguardo.
Il fastidio per qualcosa di indecifrabile
che li porta dove non vogliono
qualcosa che fa barcollare
come un terremoto.
Una donna disse: amo le nuvole,
fu cacciata dal banchetto.
Amara sorte amaro tempo:
dare un cattivo giudizio
sull’ombra delle nuvole.
Questo è e questo vediamo.
La loro convinzione
convince il mondo del loro nulla.
Facci scudo, nuvola, che sono in tanti
e sempre meno sono gli alberi
Pubblicato in l'Immobile Afono
Lascia un commento