Dopo i fumi

La regione dell’inferno è solare

se vince l’orso o il fuoco dura

chi tra chi resta dice aria che non trova

non la stessa non torna.

La donna al semaforo non chiede soldi

offre basilico e rosmarino

sorride saluta sotto pioggia e afa

tutto fuorché i figli la loro carne i loro no

sarei morta al primo piatto di veleno.

I gatti nascosti allontanati spauriti

usciranno in un incerto autunno

all’alba forse o in un tramonto postumo.

Qualche lingua superstite non ricorda

la sua terra, parlerà con scarafaggi insetti

sulla strada della terra desolata

che arde e arde sfinita finita 

chi canterà chi tra notte e luce

cicale uccelli gufi.

Grano che grano non è, non più granaio

cosa, chi riconosciamo? Incendiamo?

Lui che per primo ha abdicato

da quale lontananza farà fiorire i fiori,

la rosa. Maratona dell’apocalisse,

brucia pure questa parola. I morti e i non nati

come carovane che deserti esplorano

dissetano con acque ora amare ora fresche

questo sogno di sbagli inedia difesa spreco.

Ma tu altissimo fiore d’ agave sicomoro puntale

tu, parola esatta, verde acqua grigio dell’est

Sacro Cuore salvia pervinca avio

sai, Occhi di Cervo Irlandese è partita ti raggiunge

te la farai una ragione o ce l’avevi già:

escluso il cane escluso il cane

tutti gli altri son cattivi

pressoché indifferenti, ripeti a dire

mandi ancora a dire. Perdono.

Mandi mandi, mondo!

Ma come una scintilla di fluorite

lo immagini un big bang un bianco

una primavera nuova, antichi selciati

di pietre vive, un ritorno?

 

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3 risposte a Dopo i fumi

  1. Antonio Devicienti ha detto:

    Con lacrime di commozione ti ringrazio.

    • leragionidellacqua ha detto:

      Rileggo e correggo, mai paga mai contenta mai soddisfatta. Manca sempre qualcosa, qualcosa è di più. Non si arriva sul sicomoro dove si vorrebbe visitare la parola perfetta, che sappia dire, che non tradisca mentre si scrive, che non fuoriesca o trattenga. Poi ci si chiede, tutto questo tormento o amore, a chi per chi con chi? Un tormento ridicolo insensato patetico. “Qui” tutto di miserevole e volgare è concesso e chi porta altro, chiede si chiede implora è solo un disadattato, un perdente.
      Poi arrivi Tu, benedetto, Antonio. Grazie, e non lo farò mai abbastanza.
      Il Cielo ti vegli, protegga, custodisca.
      Non tutto è andato bruciato. Certo, che grande resistenza ci spetta, ancora. Teniamoci le mani.
      Ilaria

    • Arsenio ha detto:

      Ma dopo i fumi non può esserci ritorno anche se la regione dell’inferno è solare è certo è un piacere rileggerti da questa strana strada terra che tutti calpestano.

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