Io ho preghiere per gli Angeli
farmi diventare migliore chiedo
alleggerire lo scotto di essere straniera,
ovunque inadatta, per colpe che nessun
artificiere eradica. In macchina li prego
prima di farmi trapassare da ordigni
perfetti di sorridente educata ipocrisia
prima di essere immessa nel fuoco di lingue
caudine, nella guerra tra poveri a far la parte
del soldatino sperso che non ce la fa a sparare.
Non voglio essere nessuno, fate pure.
Potevo lievitare sì, farmi batterio nel ventre
di pasta madre, riscattarmi con questo o
quel successo frutto del mio seno,
del mio grembo. Sono qui invece
a mondare pavimenti, evitare almeno
la morte delle piante, sistemare al meglio
l’altare di ninnoli di vecchie vite,
mandare SOS ad altri sopravvissuti,
saluti, chiedere se sono ancora in vita
parlare col gatto certa di una più convinta
e pura comprensione, di un più innocente
innocuo amore.
Alta.