
Su un muro di ultime pietre resine polveri cere
su venti di tramontana pollini passaggi di uccelli
voci lontane ostinati cieli, qua e là blu oltremare
lapislazzuli spari vette bianche di Albania
chi sorride a ogni sorpasso si sbraccia commossa
non è bambina, ciao a greggi e pastori
ritornando al paese rifà i passaggi di tutte le catenelle
degli uncinetti dei ricami dei rosari
all’angolo i muratori sono ancora giovani
fischiano, questo abbiamo visto, questo è stato
lettere francobolli suoni di incudine
fuliggini di sera dopo i catechismi, novene
grandi alberi di Natale nelle case abbienti
le vicine tornano dalla campagna mai a mani vuote
strade case piazze quartieri con in grembo il futuro
come l’aria bianca della Besana e solida di anemoni e archi
il pietrisco faceva incerta l’andatura
in quell’opalescenza tiravamo le nostre ragioni
come succo troppo liquido, le mie bruciavano di dubbi,
tu già correvi per le Ande, per la promessa di una fine
più gloriosa di una scrivania e uno sguardo incenerito
Qui la fontana è nuova, resiste appena Santa Rosa
ogni mattina ti guarda negli occhi mentre passi veloce
ha ancora un crocefisso in mano, forse lo trattiene
al modo di chi ha imparato a trattenere calore nel corpo
come mai ha potuto fare con l’affetto
Ritorniamo a lanciare monetine
come quando la vita era ancora vita
e si sceglieva e le scelte erano feroci
appetiti incontrollabili di cuccioli
le linee tutte intere, 1 Il Creativo e T’ai La Pace
per il Cielo e la Terra ricongiunti
per ordinare e bene amministrare i loro beni