Quintino saluta. Saluta e sorride. Sono inesausti “ciao”, non si contano, non hanno pause né arresto, sono cinguettii in una verde periferia alle 5 di una mattina di maggio. Chiede monetine per le sigarette. Dice che è il suo compleanno, lo dice ogni giorno, da decenni, da tre generazioni. Per un lungo periodo ha anche cantato lungo i marciapiedi di certe strade. Non cantava per soldi, cantava per cantare. È un cuore allegro lui, dita gialle passo gobbo, anima di strada, per forza e vocazione. Le tabaccherie sono le sue postazioni preferite, come per un innamorato la strada dell’amata. Quintino e le sigarette, Quintino e la strada in salita, sempre a piedi, pioggia o vento, grandine o canicola. Se cammini a piedi e passi dai suoi luoghi, prima dell’incrocio ne anticipi la voce, la nenia ilare, pensi a quello che risponderai, alla mano da stringergli, angelo di cieli ignoti e purissimi, occhi chiari e grandi che la nicotina e il sole hanno diluito e scontornato. È come non avesse naso, occhi, bocca. Sono un’uniforme sostanza, la sostanza di Quintino. Sono catrame e suoni di campane del paese, la pioggia che scende dai quartieri più alti, la terra delle scarpe su terreni impolverati, il colore del basolato della chiesa madre, la lentezza dei gesti dei vecchi seduti al bar, l’odore colorato di polvere dei fuochi d’artificio, luce di mattini celesti, di muri bianchi, odore di sugo e polpette di madre, tramestii di posate. Scoppiare dei palloni tensostatici per il santo patrono, odore di zucchero filato, pane del fornaio alle quattro di mattina, legno fatto morbido da mani artigiane. Il cigolio della ruota del vecchio con la coppola e la sua bicicletta verso casa. E una passione per Ilaria Occhini, scoperta la prima volta che mi chiese il nome. Ad aspettarlo, sul sagrato della chiesa, Ambra, cane randagio, le sue campane, il fumo fedele di qualche sigaretta.
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Almeno te ne abbiano dato una scorta bastevole, da qui al celeste infinito….Esatto e alla faccia di ki sputa veleno convinto di essere privo di peccati e vizi. Quintino non è l’ipocrisia, non è il disturbo… Quintino è il sole, il mare, il vento ke accarezza il viso..